Appena mi avvicinai di più a Gabriele, lui apri un attimo gli occhi e mi sorrise e afferrò il mio dito: lì capii che avevo fatto la cosa giusta: avevamo compiuto il nostro dovere, gli avevamo dato la vita.
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Avevamo proprio bisogno di incontrarti perché c’era una domanda nel nostro cuore, volevamo comprendere meglio cosa fosse l’amore. E tu sei stata molto chiara, Chiara! Gemma! La tua preziosità e il germoglio d’amore che sei stata!
Iniziavamo a comprendere che non era vero che l’arrivo di un figlio con disabilità era la fine di tutto, certo diverse cose non le possiamo più fare ma ci siamo resi conto che per ogni porta chiusa se ne sono aperte almeno un’altra decina.
Ci rendiamo conto meravigliati di come una vita agli occhi di tutti così piccola e apparentemente senza senso perché troppo breve, abbia invece proprio in quella brevità la sua forza.