Il Giardino dei Ciliegi

Tutte le famiglie che hanno incontrato La Quercia Millenaria hanno una storia da raccontare. Ogni storia è preziosa e necessaria. Ogni figlio, come un fiore di ciliegio che sboccia a primavera è stato atteso con amore e l’attesa è valsa la pena, anche se il fiore è durato pochi istanti, anche se i suoi tenerissimi petali sono volati via con un vento leggero. Lo spettacolo dei nostri fragilissimi fiori è paragonabile alla fioritura dei ciliegi, sacra in Giappone, chiamata Hanami.

Voglio fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi (Pablo Neruda)


Per rendere omaggio a ciascuno di questi fiori, ogni famiglia lascia una piccola traccia, che inseguita conduce alla storia struggente e bellissima dei nostri amati, alcuni dei quali, sbocciati per il Giardino del Cielo.

Ci rendiamo conto meravigliati di come una vita agli occhi di tutti così piccola e apparentemente senza senso perché troppo breve, abbia invece proprio in quella brevità la sua forza.
 iniziavamo a comprendere che non era vero che l’arrivo di un figlio con disabilità era la fine di tutto, certo diverse cose non le possiamo più fare ma ci siamo resi conto che per ogni porta chiusa se ne sono aperte almeno un’altra decina. 

Avevamo proprio bisogno di incontrarti perché c’era una domanda nel nostro cuore, volevamo comprendere meglio cosa fosse l’amore e tu sei stata molto chiara!

Appena mi avvicinai di più a Gabriele, lui aprì un attimo gli occhi e mi sorrise e afferrò il mio dito: lì capii che avevo fatto la cosa giusta: avevamo compiuto il nostro dovere, gli avevamo dato la vita.
Uscimmo con un programma di controlli ma soprattutto con la serenità nel cuore. Ora Anna poteva nascere, ci sentivamo presi in carico completamente.
C’è un momento quando non state dormendo, ma non siete nemmeno svegli, ecco è in quel momento che sentirete ancora di più la mia presenza e sentirete che vi vorrò sempre bene. Grazie per avermi fatto nascere e per avermi battezzato, ora non solo sono un bambino ma sono diventato un angelo di Dio.

Piccola rosa profumata, hai cosparso le nostre esistenze della freschezza dei tuoi petali,
i tuoi dolci petali ci hanno lasciato il profumo di insegnamenti di fronte ai quali nessuno
di noi può restare indifferente.

Un giorno una ragazza ci ha detto: “voi siete una speranza per noi”; l’ho guardata con stupore, mi chiedevo come potessimo essere una speranza noi, che rappresentiamo l’opposto del sogno di ogni coppia. Questa frase mi ha interrogato molto; ha colto in noi una speranza che va oltre la vita. In quel momento non compresi appieno il senso della sua affermazione, però sentivo che era una cosa bella per noi e con il tempo sono riuscito a farla mia questa speranza.
La mia mamma ogni mattina, quando si sveglia è felice di avermi con lei e papà, a modo suo, mi tiene nel suo cuore pensando ad un nome per me. Spero tanto che ascoltino questi loro sentimenti, più che le voci del mondo. Così potrò stare con loro fino alla fine!
Quel che ci permise di andare avanti non fu “farci forza”, al contrario fu proprio ammettere la nostra fragilità, in un certo senso abbandonarci alla corrente, ma con la voglia di continuare ad amarci e anche di vedere cosa “sarebbe successo poco più in là”
Papà e mamma tornano a casa e continuano a parlare di tutto quello che gli è stato detto dai dottori e alla fine decidono di prendere una decisione senza aspettare l’esito degli esami… e finalmente riescono a dire ad alta voce che mi vogliono con loro nonostante tutto, che non è importante come sia fatto fisicamente, finalmente riescono a dire, anche con il cervello ciò che in cuor loro sapevano già dal 3 marzo… “proseguiamo la gravidanza a prescindere”